Il Conero e la sua riviera sono posti intrisi di storia, ma anche di leggende. Dalle Due Sorelle al Trave passando per i laghi di Portonovo tutto ha una spiegazione scientifica, ma anche mitologica. Abbiamo raccolto le 10 leggende più affascinanti della riviera tratte dai racconti popolari e dalle pubblicazioni “Il Conero dei Misteri” (Laura Borgognoni, 1996), “Conero: i migliori itinerari del Parco” (Giuseppe Bartolucci), “Miti e leggende del Conero anconitano” (Giuseppe Bartolucci, 2001), “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Marche” (Fabio Filippetti e Elsa Ravaglia, 2004). Alcuni racconti sono conosciuti perché tramandati per generazioni, altri decisamente meno.
- ( Il tesoro) Si narra che ai piedi del Monte Conero, precisamente sotto il Pian Grande e sulla verticale del belvedere di Portonovo, esiste una grotta nascosta che custodisce un antico e inestimabile tesoro. Nessuno lo ha mai visto, ma secondo la leggenda basta prendere una barca all’alba, andare al largo dello Scoglio della Vela e guardare in direzione del monte: se vedete una ginestra abbagliata dalla luce del primo sole avete trovato il nascondiglio. Occhio però, vale solo se ci provate nei primi giorni di maggio e cosa ancora più importante: l’area fa parte delle Riserva Integrale del Parco del Conero ed è dunque inaccessibile alle persone.
- ( Le due sorelle) Esistono diverse varianti sull’origine mitologica dei due faraglioni. La più gettonata è legata alla presenza di una sirena simile a quelle che hanno ammaliato Ulisse nell’Odissea. Il suo compito infatti era quello di apparire ai marinai e attirarli a riva con il canto seducente. Quando i malcapitati giungevano a terra la leggenda vuole che venissero imprigionati in una grotta, la Grotta degli Schiavi. Tutto succedeva con l’aiuto di un demone marino che un giorno venne trasformato in pietra dalla giustizia divina e diviso in due parti. Oggi è ancora là.
- (Il buco del Diavolo) Sotto le strade di Camerano esiste una serie di cunicoli e uno in particolare, secondo la leggenda, conduce alla stanza del diavolo: uno spazio ricavato nella roccia con una chioccia d’oro posata su un altare e circondata da 12 pulcini d’argento. La mitologia vuole che chi riesce ad arrivarci deve scoprire qual è il vero nome del diavolo e inciderlo sulla roccia con il proprio sangue. Pena? Non riuscire più a tornare indietro.
- (Il Trave) Quando e come è saltata fuori quella roccia dalla forma allungata che affiora dal mare? Anche qui le interpretazioni mitologiche non sono univoche. Secondo alcuni era un ponte naturale che collegava la Riviera all’altra sponda dell’Adriatico in segno di fratellanza, distrutto poi dagli eventi atmosferici. Una leggenda in particolare sostiene che sia comparso da sé in una sola notte per offrire un punto di sosta agli angeli che trasportavano a Loreto la casa della Vergine Maria.
- ( Lago Profondo, Portonovo) Il Lago Profondo di Portonovo costituirebbe il punto di origine di un fiume sotterraneo capace, secondo le antiche leggende, di risucchiare chi cade accidentalmente in acqua. Il corso d’acqua nascosto sfocerebbe in mare nella zona compresa tra Porto Recanati e Civitanova attraversando tutto il monte Conero. Secondo altri quei corpi però non cadevano nel lago accidentalmente: erano quelle dei nobili che pretendevano di esercitare il diritto dello ius primae noctis.
- (Grotta degli schiavi)La leggenda vuole che una principessa, catturata da pirati durante un abbordaggio nel mare Adriatico, venne portata in questa grotta che si trova poco più a nord dello scoglio delle Due Sorelle. La principessa era la figlia di un nobile veneto e il capitano dei pirati le promise che sarebbe stata liberata solo dopo il pagamento del riscatto. La somma non arrivò mai, la ragazza prima di diventare schiava dei pirati si fuse con le sue stesse lacrime formando una sorgente di acqua dolce ancora oggi presente. Altre interpretazioni la legano ad altre leggende: secondo alcuni ad esempio si tratterebbe della grotta dove la Sirena, con l’aiuto del demone marino, imprigionava i marinai attirati con il suo canto. Si dice anche che passando in barca in quelle zone si possano ancora udire i lamenti dei malcapitati.
- (Grotta Mortarolo) Un tempo era un rifugio eremitico accessibile dal sentiero del Parco del Conero, ma che è protagonista di una leggenda inquietante: i sassi disposti sul terreno formano la sagoma di un uomo sdraiato a terra e se qualcuno prova a spostarli fa un lavoro inutile: nel corso della notte le pietre, da sole, recupererebbero la posizione originaria.
- (Chiesa di Santa Maria, Portonovo) La leggenda vuole che la chiesa di Santa Maria di Portonovo sia stata costruita per volere di 4 re, tutti fratelli, che vivevano in un castello del Poggio. Secondo la mitologia i nobili riuscirono a scongiurare un’invasione di pirati con l’aiuto della Madonna e degli angeli, decisero quindi di ringraziare la Provvidenza regalando ad alcuni monaci un pezzo di terra. Qui venne eretta la chiesa, ma con i monaci venne stipulato anche un patto: avrebbero dovuto combattere al fianco dei re in caso di successivi tentativi di invasione. I religiosi non rispettarono l’accordo e un giorno le loro abitazioni vennero sepolte da una frana. La chiesa rimase intatta fino ai giorni nostri.
- (Base Nilitare Misteriosa) Percorrendo la strada del Monte in direzione Sirolo, tra Poggio e Massignano, si passa affianco a una porta metallica protetta da doppie recinzioni e con cartelli che ne specificano la natura di area militare sorvegliata. Cosa c’è all’interno lo sanno solo i vertici militari, ma le leggende si sono moltiplicate nel corso degli anni: Dalla base aerea segreta a un grande centro di ascolto radio fino a una base missilistica puntata sulle coste dell’est Europa. Accesso negato, mistero irrisolto. Il 26 gennaio 1984 comunque l’allora ministro della difesa Giovanni Spadolini rispose a un’interrogazione parlamentare precisando che l’installazione non rappresenta un pericolo per la sicurezza e la salute dei cittadini.
- (Il Conero leggenda) La stessa origine del Monte Conero ha dato vita a miti e leggende. Si narra, ad esempio, che un gruppo di marinai catturò un delfino scatenando l’ira degli dei. I navigatori persero l’orientamento non riuscendo a trovare punti di approdo, una volta liberato il mammifero e chiesto perdono alle divinità fu proprio il delfino a guidarli nell’insenatura protetta da una montagna mai vista prima.
Tratto da AnconaToday del 2019
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