Sale ancora il bilancio delle vittime in Iran e Iraq dopo il sisma di magnitudo 7.3 (secondo l’ultima stima dell’Usgs) in una zona nei pressi del confine: 407 il numero dei morti accertati, la maggior parte dei quali in territorio iraniano. Le prime immagini dalle zone devastate mostrano interi edifici sbriciolati dalla potente scossa. Particolarmente difficile la situazione a Darbandikhan, dove l’ospedale è stato severamente danneggiato ed è ancora senza corrente elettrica. Almeno 30 i feriti nella cittadina. “Oltre 200 persone” sono intrappolate sotto le macerie di un complesso residenziale a Sarpol Zahab, la città iraniana più colpita, riferiscono i soccorsi. Nella città, si precisa, 8 scuole sono state distrutte. Nella provincia iraniana di Kermanshah sono stati indetti tre giorni di lutto. Le autorità hanno disposto la chiusura di scuole e università nella provincia di Kermanshah, dove invece sono chiamati a presentarsi al lavoro tutti i dipendenti governativi. “L’obiettivo dei responsabili ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”. Così la Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’Irna, in un messaggio al Paese. L’ayatollah ha chiesto a Esercito e Pasdaran di intervenire nelle aree colpite dal sisma. Il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ha riferito che sono stati allestiti ospedali da campo e di temere per le aree rurali “dove si prevedono altre vittime”. (Tratto da Ansa)
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