Un porto dell’accoglienza e in trasformazione che guarda al futuro con l’abbattimento dei silos per fare posto ad un’area traghetti. Così è stata celebrata ieri la Festa del Mare, la storica ricorrenza per onorare e ricordare i caduti del mare, dopo il rinvio per maltempo della settimana scorsa. Nello slittamento dei festeggiamenti la seconda data scelta non ha reso possibile la presenza del vescovo Angelo Spina, partito per Lourdes con 150 pellegrini per un impegno già preso da tempo (FOTO).
La città ha risposto con circa 2mila presenze partecipando alla processione via terra, partita poco prima delle 17.30, con tutte le autorità dal sacello della Madonna del mare (davanti all’Autorità portuale) dove è custodita la statuetta di legno simbolo della Stella Maris, l’associazione che da anni presta assistenza nello scalo dorico.
Assente il sindaco Valeria Mancinelli che ha dovuto rinunciare alla storica celebrazione per un ricovero urgente in ospedale dell’anziana madre avvenuto nel primo pomeriggio. Nemmeno i pescatori hanno potuto prendere parte alla processione proseguita poi in mare con il lancio della corona di alloro per via della ripresa della pesca di oggi. A bordo del rimorchiatore “Elisabetta” della cooperativa Corima è salita tutta la giunta Comunale e il presidente dell’Atorità portuale. “Il mare è un luogo sempre più importante per la città – ha detto Rodoflo Giampieri – perché la lega al suo porto. Un porto del lavoro, dove ogni mattina entrano 6mila persone ma anche e soprattutto un porto dell’accoglienza. Questo deve essere Ancona e la Festa del Mare deve avere questo senso. Un detto croato dice metti un dito nel mare e sarai collegato con il mondo”. A guidare la processione è stato don Dino Cecconi, membro dell’associazione Stella Maris, che aiutato dall’assessore al porto Ida Simonella ha lanciato in mare la corona di alloro in ricordo dei caduti in mare. “A questa festa teniamo molto – ha detto Simonella, indossando la fascia tricolore in rappresentanza del sindaco – perché identifica la città con il suo porto che è il pane quotidiano. (In parte dal Resto del Carlino)
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