ANCONA – Un mese fa era toccato alla chiesetta di Varano. Ieri, al Santissimo Sacramento, tra piazza Kennedy e corso Garibaldi, dove il lenzuolino appoggiato su un altare secondario è andato a fuoco, annerendo le due estremità. Nelle vicinanze, non erano presenti ceri o lumini che potessero innescare accidentalmente le lingue di fuoco. La miccia, quindi, deve essere stata accesa dalla mano di un uomo. Forse, la stessa che all’inizio di settembre aveva preso di mira la chiesa di San Pietro Martire, nella frazione di Varano, incendiando i bordi della tovaglietta di un’ara, lontana da quella dove ci celebra il rito dell’Eucarestia. «Le fiamme sono di origine dolosa», aveva detto all’epoca dei fatti Don Fausto Guidi. Il collegamento con il rogo innescato al Sacramento viene da sé. Le modalità con cui hanno preso fuoco i paramenti liturgici, infatti, sono pressoché identici.
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