Visibilmente alterato entra nel locale e dà da dire alla barista e poi inizia ad insultare un anziano seduto sul divanetto. Questi, per non avere problemi, sommessamente esce dal locale e va nel campetto di fronte. Ma lui, 30enne di Santa Maria Nuova già noto alle forze dell’ordine, lo insegue e lo prende a pugni fino a farlo sanguinare. Interviene una vigilessa in borghese che lavora fuori città: lei che lo conosce da tempo blocca la furia del giovane prima verso l’anziano poi verso il barista, nel frattempo intervenuto. Momenti a dir poco concitati sabato, alle 18 nel bar di collina ‘Crazy cafè’. La vigilessa è riuscita a placare il ragazzo, meccanico fuori città, poi bloccato dai carabinieri. «Per fortuna lo hanno fermato, mi avrebbe massacrato – racconta ancora sotto choc Vinicio, la vittima -. Mi ha colpito a pugni e fatto cadere la busta della spesa.
Col braccio sanguinante mi sono rifugiato in casa che per fortuna sta a pochi metri». Per lui ecchimosi al braccio e una prognosi di 7 giorni. Il 30enne è stato portato in ambulanza per un trattamento sanitario obbligatorio al Carlo Urbani. Qui, al pronto soccorso, il giovane, con la passione per il body building, ha continuato a scatenare la sua furia. Ci sono voluti oltre dieci tra militari e poliziotti per bloccarlo. Un episodio analogo il primo maggio dello scorso anno quando aveva aggredito il barista del Bar Crazy cafè. Il 30enne, con problemi psichici e di dipendenze, è già stato allontanato dall’ex moglie e dal figlio piccolo e anche dal paese dove pure in tanti hanno cercato di aiutarlo, avendo di recente perso il padre e da bambino la mamma.
«E’ la quarta volta che accade – riferisce il giovane titolare del bar Elia d’Ercole, filottranese da tempo ma nato in Etiopia dove il nonno italiano era emigrato -, sembra che non ci siano possibilità di fermare questa persona che tutti abbiamo provato ad aiutare. L’anno scorso ha spaccato il locale e mi ha ferito perché cercavo di fermarlo. Poi se l’è presa con i sanitari. Ha fermato le auto e bloccato una strada. Ha picchiato la moglie davanti al figlioletto. Pochi giorni di carcere. Chiede scusa, poi arriva alterato e dà da dire fino a che non trova con chi prendersela. I clienti quando vedono che non c’è una possibilità di essere garantiti dalla legge se ne vanno. Per una persona siamo costretti a chiudere il locale. Non è giusto stare zitti».
«E’ difficile lavorare così – aggiunge esasperata la barista -. E’ entrato l’ho salutato e poco dopo si è sdraiato sui divani e ha iniziato a insultare il cliente anziano. L’ho invitato a smetterla ma ha continuato fino a seguirlo. E’ l’ennesima volta, si faccia qualcosa».
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