Un giovane uomo pieno di ombre. Ecco il primo ritratto di Besart Imeri, macedone di 25 anni, accusato di avere ucciso il figlio Hamid di appena 5. Il padre si trova ora nel carcere di Monteacuto in stato di fermo per omicidio volontario aggravato dai vincoli di parentela (ma non è accusato di premeditazione) e in mattinata, dopo una notte di interrogatorio, ha ammesso il delitto davanti al pm. Frase sconnesse e poco chiare che costituiscono per gli inquirenti una “confessione esauriente” del giovane papà, che però, nel corso dell’iinterrogatorio fiume e confuso non è riuscito a descrivere il contesto dell’aggressione.
Besart soffre di depressione ed era alle prese con frequenti sbalzi d’umore, negli ultimi mesi, in particolare dopo aver perso il lavoro da saldatore. Il paese di Cupramontana – che da poco ha vissuto la tragedia di Mariya Iskra, la ragazza di 19 anni, di origini ucraine ma da oltre dieci anni a Cupramontana, trovata morta il 13 ottobre dopo sei giorni di ricerche – non si spiega un gesto così crudele. Il giovane padre, infatti, aveva manifestato problemi psichici, ma non tali da dover essere seguito costantemente da una struttura sanitaria ad hoc e nulla faceva immaginare una tragedia come quella di ieri.
L’uomo, secondo le dichiarazioni spontanee rese al pm, avrebbe aggredito il bimbo sul sedile posteriore della sua Toyota Yaris poco dopo essere usciti di casa per una passeggiata. Ucciso strozzato o soffocato, ancora ignoto il movente. Per ricostruire l’accaduto, stamattina, i militari hanno sentito in ospedale la moglie 24enne, incinta di sette mesi e ricoverata in stato di choc, dalla quale il giovane ha avuto un altro figlio, più piccolo di Hamid. La convalida del fermo si terrà il 7 gennaio, mentre la data dell’autopsia, che verrà eseguita dal medico legale Mauro Pesaresi, non è stata fissata (Resto del Carlino)
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