
Il Guasco diventa Nazareth e l’anfiteatro romano fino a stasera, domenica 10 dicembre, sarà la casa della Vergine Maria e i dintorni nella speciale cornice, con tanto di grotta, di uno dei quartieri, vicinissimo alla Cattedrale di San Ciriaco. Il Comitato Presepe Vivente di Pietralacroce ha messo in scena l’Annunciazione: la voce dell’Arcangelo Gabriele sorprende la ragazza che impersona la Madonna e le annuncia che darà alla luce Gesù. Prima di arrivare davanti alla rappresentazione il pubblico calca un breve e suggestivo percorso in mezzo a falegnami, soldati romani, fabbricanti di candele e tessitori di reti da pesca. Tutti rigorosamente vestiti come nella Nazareth di duemila anni fa. Un vero presepe vivente, l’atmosfera fatta di luci soffuse, figuranti e antichi macchinari da lavoro portano il visitatore dritto nella Galilea di Maria. Il cancello apre alle 17 in punto e le navette gratuite da piazza della Repubblica accompagnano i primi visitatori. Il freddo punge, ma non scoraggia. Uno dei primi ad arrivare è l’Arcivescovo Angelo Spina.
«Il presepe non è una rievocazione, ma è un fatto storico. San Francesco lo realizzò a Greccio nel 1223 quando tornò dalla Palestina ed è la narrazione di un evento. Dio si fa uomo e con tutta la sua umiltà ci porta salvezza, pace e redenzione» (Mons. Angelo Spina). All’allestimento hanno lavorato sei persone, una squadra rodata, tutto il materiale è stato trasportato da Pietralacroce. Oggi ultimo giorno di rappresentazione, dalle 17 alle 20 tante persone che visiteranno la rappresentazione. Il 13 dicembre alcuni figuranti porteranno dei doni ai piccoli pazienti del Salesi.
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